What's going on: Facebook, le vendite e il tasto 'Non mi piace'
Immagine via thatericalper.com
Tranquilli, non è un "Non mi piace" perentorio, non danneggerà le pagine, non farà crollare le visualizzazioni dei contenuti. Anzi.
Mark Zuckerberg non si ferma mai. Dopo l'annuncio delle nuove funzionalità di vendita per le aziende, durante l'evento mensile di Q&A in diretta dal quartier generale di Menlo Park in California il creatore di Facebook ha finalmente deciso di accogliere la richiesta, a lungo rimasta inascoltata, dei suoi utenti: la possibilità di esprimere una forma di interazione diversa, contrapposta al solito "Mi piace".
Un passaggio non da poco in un mondo come quello dei social media, che ha fatto del consenso la sua fortuna. Ma attenzione.
Non è quello che sembra.
© Maice su Twitter |
Se stai pensando di potere finalmente bersagliare la pagina di Renzi o Salvini, se stai esultando perché pensi che un tuo competitor possa ricevere più "Non mi piace" di te, hai cantato vittoria troppo presto.
Il nuovo tasto non funziona al contrario del "Mi piace", ma serve per esprimere un'interazione diversa dove il "Mi piace" non è considerato appropriato.
La parola chiave è: empatia.
«Non vogliamo che Facebook si trasformi in un forum, in cui la gente vota i post che le piacciono e degrada i post che non piacciono. Quello che vogliamo veramente è permettere alle persone di condividere momenti speciali, anche particolari della propria vita. Vogliamo che si possa esprimere empatia. Non tutti i momenti della vita sono belli: [...] se si condivide un momento di tristezza, se ad esempio viene a mancare una persona cara, mettere "Mi piace" non è indicato. E, allo stesso tempo, gli amici o le persone che conosci possono voler esprimere la loro vicinanza.
Ci abbiamo lavorato a lungo - in effetti è incredibile pensare a quanto sia stato complicato inserire un'interazione tanto semplice.» - Mark Zuckerberg
Il tasto "Non mi piace" servirà, quindi, a esprimere solidarietà.
Ma cosa ancora più importante, sarà inserito solo nei profili personali, e non nelle pagine.
Questo per evitare un'invasione di interazioni negative, laddove i brand e le aziende già si trovano a che fare con commenti di questo tipo da parte degli utenti.
O - forse - come scrive Wired, perché Mark Zuckerberg non ci ritiene ancora pronti per un vero e proprio "Dislike."
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Leggi la notizia:
- sul sito dell'ANSA
- su Wired Italia
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